Abolire gli incidenti, non l’alternanza
La morte del giovane Lorenzo Parelli non può ridursi alla solita divisione all’italiana tra fautori dell’alternanza scuola-lavoro e chi vorrebbe, invece, abolirla. Pensare di risolvere il problema degli incidenti sul lavoro eliminando i progetti di alternanza, è semplicemente assurdo, perché il vero nodo è come garantire sicurezza, non cancellare percorsi didattici e professionali che costituiscono elementi positivi del sistema scolastico italiano. La tragedia di Lorenzo è ancora più dolorosa perché la vittima è uno studente, un ragazzo che era lì per imparare, per apprendere competenze, per costruire il proprio futuro: quel futuro che gli è stato negato, quel futuro che i percorsi di alternanza aiutano a realizzare a migliaia di giovani nelle scuole di tutta Europa. Il nostro dovere non è allontanare le scuole dal mondo del lavoro, il nostro dovere è garantire assoluta sicurezza nelle scuole e nel mondo del lavoro.
Il problema, infatti, è che in Italia si continua a morire di lavoro per mille motivi: si muore perché si rovescia il cassone del camion, si muore per esalazioni venefiche, si muore per non aver prestato attenzione in situazioni che ci sembrano abitudinarie e scontate, si muore per colpa di macchinari che non funzionano o che sono stati manomessi, si muore perché si cade da altezze elevate e così via, e in questo triste elenco di cause e luoghi diversi, c’è indubbiamente un comune denominatore: nella nostra Italia fa fatica a imporsi, a diventare patrimonio comune di tutti, un’autentica cultura della sicurezza sul lavoro. Potremmo elevare sanzioni e pene, potremmo mettere carabinieri ovunque, ma se non si capisce che, in qualunque posto di lavoro, la priorità non è terminare velocemente un manufatto o ottenere più reddito possibile da un servizio, ma è la sicurezza, tutto sarà inutile. I dati Inail e anche quelli di centri indipendenti, ci dicono che la maggior parte degli incidenti sul lavoro avvengono in quelle realtà più piccole, meno strutturate: è lì che dobbiamo puntare la nostra attenzione, attraverso incentivi e supporti che possano far crescere la sicurezza anche nella piccola o nella micro-impresa. Al tempo stesso, dobbiamo moltiplicare gli sforzi affinché agli studenti che entrano nei percorsi di alternanza sia offerta non solo quella sicurezza che deve essere garantita a tutti, ma un plus di condizioni ancor più sicure, pensando innanzitutto alla loro condizione di studenti senza esperienza nella vita di fabbrica.